Guido Catalano all Aut Aut Festval stasera con Ogni volta che mi baci muore un nazista.
Una Piazza Duomo gremita, applausi e risate hanno caratterizzato la prima serata della seconda tranche di appuntamenti dell Aut Aut Festival. Dopo gil appuntamenti di luglio che hanno visto la partecipazione del giornalista de ‘Il sole 24 ore’ Luca De Biase, l’autrice Marcella Terrusi e i migranti del progetto Migrastorie, ieri 11 agosto 2017 gli ospiti della rassegna dedicata agli autori curata dal Comune di Termoli e dalla giornalista Valentina Fauzia sono stati il giornalista e autore Luca Bottura e il giornalista molisano Enzo Luongo. Proprio la presentazione del libro di Luongo ‘Il Molise non esiste’, é stato il filo rosso conduttore di una serata dedicata alla satira e all-ironia sul tema di una regione, quella molisana, che ha dimostrato di saper trarre spunto de una boutade, quella della sua non esistenza, per sapersi mostrare e posizionare nella narrazione nazionale.
Tante le battute e gli aneddoti che il mattatore radiofonico Luca Bottura ha tratto dal libro di Enzo Luongo per poi affrontare con leggerezza e ironia, i temi della politica e dell’attualitá.
Come giá nei precedenti appuntamenti la giornalista Fauzia ha chiesto ai due ospiti di lasciare un aut aut al pubblico che serva da monito per vivere meglio, Enzo Luongo ha detto “Mai giocare a nascondino con un molisano” mentre Luca Bottura ha consigliato “Questa cosa del Molise che non esiste pare stai funzionando, approfittatene per fare il merchandising e business”.
Aut Aut Festival prosegue questa sera con un altro ospite d’eccezione, il poeta Guido Catalano con la presentazione del suo libro, raccolta di poesie ‘Ogni volta che mi baci muore un nazista’.
Biografia dell’autore
A 17 anni decide che vuole diventare una rockstar, più tardi ripiega sulla figura di poeta professionista vivente, che ci sono più posti liberi.
Produce sei libri di poesie. Le raccolte Ti Amo Ma Posso Spiegarti e Piuttosto Che Morire M’Ammazzo, edite da Miraggi Edizioni, vendono oltre 30.000 copie. Gli addetti ai lavori affermano: “Non ci crediamo!”.
Nell’anno del Grande Gombloddo la lobby dei poeti lo accusa di essere un cabarettista, la loggia dei cabarettisti di essere un poeta, al termine della dura battaglia pronuncia la storica frase: “Anche Montale andava un sacco a capo”.
Feroce polemica unilaterale con Cocciante sulla reale opportunità di regalare a Margherita una stella, esponendo così la povera ragazza a radiazioni nucleari letali (Cocciantone non raccoglie, forse mai verrà informato).
Dopo una serie infinita di letture pubbliche in tutta Italia, la grande presa di coscienza: “Per essere un poeta son troppo di buon umore”.
Nonostante i suoi sorrisi fuori luogo, rimane vittima di un passaparola caino e i suoi versi iniziano a diffondersi sui social, nei bar delle periferie, nei circoli Arci, nelle librerie, sui palchi dei centri sociali, nei festival letterari e anche in quelli musicali. Conquista anche i palchi dei teatri e dei live club più importanti d’Italia e nel frattempo continua a far limonare un sacco, ma proprio un sacco, di persone.
Nel febbraio 2016 pubblica per il prestigioso editore Rizzoli, il primo romanzo dell’ultimo dei poeti, D’Amore Si Muore, Ma Io No. Per l’occasione dichiara alla stampa: “Chiedermi di scrivere un romanzo è come chiedere a uno che ha sempre corso i 100 metri di tentare la maratona. Ma io amo le sfide e spero che, crampi a parte, questo libro possa regalarmi anche qualche soddisfazione”.
Parte per il suo Grand Tour, dopo più di cento date e 34.000 km percorsi, scopre il Voltaren® e si ritira a vita solitaria nella sua dimora torinese.
Mentre recupera dalle fatiche e dall’acido lattico, dà forma alla sua nuova raccolta Ogni volta che mi baci muore un nazista.
A novembre 2016 arriva sugli schermi del 34° Torino Film Festival con la pellicola Sono Guido E Non Guido, un mockumentary, firmato da Alessandro Maria Buonomo per Elianto Film e Fargo Film, che lo vede protagonista assieme al suo alter ego Armando Catalano.